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I tarocchi dei Visconti

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Non avete mai sentito parlare dei tarocchi dei Viscontiè Quando si narra dei mazzi più antichi di tarocchi essi sono i protagonisti ufficiali della storia, pensate che i più antichi mazzi di tarocchi esistenti sono tre e sono legati alla famiglia dei Visconti i famosi duchi di Milano.

Di certo non è una notizia così forte da poter confermare che i tarocchi sono stati invitati a Milano ma di certo si tratta di un particolare da non sottovalutare. Nella famiglia nobile soprattutto Filippo Maria Visconti era un grande appassionato di carte, infatti, fu realizzato da Marziano da Tornana, un mazzo di carte che secondo alcuni studiosi è proprio quello dei tarocchi.

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Gli esperti che hanno modo di valutare i vari reperti, confermano che i tre mazzi viscontei sono arrivati fino ai giorni nostri in maniera incompleta. Il primo è quello Cary Yale Visconti, composto da 67 carte di cui 17 di corte e 39 numeri, le carte con i numeri hanno uno sfondo in argento e le figure in lamina d’oro.

La carta degli amanti è sicuramente quella più caratteristica perché vede la rappresentazione di un baldacchino caratterizzato dagli stemmi dei Visconti. Questo mazzo di incredibile importanza è conservato nella Biblioteca dell’Università di Yale. Il mazzo Brera Brambilla Visconti ha solo 48 carte di cui 7 carte di corte e 39 numerate. In questo caso le dimensioni sono più piccole rispetto al mazzo precedente, con una dimensione di 80×178 mm. La particolarità in questo caso è quella relativa alle carte di denari, visto che su di esse è stata dipinta una moneta con Filippo Maria.

E’ attualmente conservato presso la Pinacoteca di Brera a Milano. Il terzo è più antico mazzo è quello di Pierpont-Morgan Visconti Sforza. Esso è quasi completo con 74 carte e 20 trionfi. Dimensione di ogni singola carta ancora più ridotta, gli esperti che hanno studiato per diverso tempo ogni singola carta, sono pronti a giocare che la carta raffiguri le notte tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti.

Da ammirare anche il dettaglio integrato nei 14 trionfi risalenti all’epoca di Filippo, furono realizzati dal pittore Bonifacio Bembo. Attualmente 26 carte vengono conservate nell’Accademia Carrara di Bergamo, altre 5 si trovano a New York e 13 sono custodite gelosamente da un privato. Possiamo dunque definire senza problemi che le illustrazioni delle carte sono un riflesso della raffinata atmosfera della corte dei Visconti. Nel giro di pochi anni i tarocchi non furono considerati solo un passatempo della nobiltè ma anche apprezzato dal popolo.

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Inoltre dietro ogni mazzo c’è una storia davvero variegata da conoscere. Pensate che il mazzo Pierpont Morgan ha ispirato Italo Calvino nella produzione de Il Castello dei destini incrociati pubblicato nel 1969. Lo scrittore è stato in grado di descrivere i tarocchi con attenzione e con l’occhio di chi non sa cosa siano, offrendo delle trame davvero suggestive. Difficile dire se proprio i Visconti conobbero per primi i tarocchi ma di certo la popolarità ottenuta da queste carte è davvero elevata. Gli studiosi più antichi sono pronti a giurare che le primissime carte dei tarocchi sono stati creati dagli Arabi che diffusero i mazzi in Sicilia.

Le prime carte erano realizzate con fogli dorati e decorati, un tempo venivano chiamate taroccate perché ricordavano la buccia di un arancia. Mentre se bisogna analizzare la relazione tra tarocchi e cartomanzia, l’unione di questi due elementi è di sicuro risalente al XVIII secolo. Queste storie e le narrazioni antiche anche ai giorni nostri suscitano una certa curiositè anche se molti non riescono a capire per quale motivo.